Sostenibilità
- 23 feb 2024

FOOD RULES: lascia il segno, non gli avanzi

Il progetto Food Rules nasce da un’idea tanto semplice quanto efficace: misurare gli scarti per ridurre gli sprechi e donare le eccedenze alla banca del cibo.

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3 i protagonisti coinvolti, 1 obiettivo comune

Il progetto Food Rules è il frutto della collaborazione tra Risto3, Banco Alimentare e ShairTech e nasce da un’idea tanto semplice quanto efficace: misurare gli scarti per ridurre gli sprechi e donare le eccedenze alla banca del cibo.

La prima fase del progetto, infatti, consiste nel misurare gli scarti in cucina e gli avanzi nei piatti: questi dati vengono poi sistematicamente registrati per permettere una successiva elaborazione che consenta a Risto3 di attivare delle misure per ridurre il volume prodotto.

La seconda fase del progetto coinvolge invece gli utenti dei punti ristorativi che saranno sensibilizzati rispetto alle quantità di cibo richiesto: tutto il cibo che resta all’interno delle teglie, può essere donato a Banco Alimentare per arrivare nelle case di chi ne ha bisogno.

Di tutto il cibo prodotto per l’uomo 

1/3 viene sprecato nelle fasi della filiera alimentare
8.600 navi da crociera di cibo buttato
1,3 miliardi di tonnellate all’anno
A chi è rivolto il progetto Food Rules?

Il progetto è partito nelle mense universitarie di Trento ed è stato rivolto in primis agli studenti che hanno mostrato una particolare sensibilità e collaborazione rispetto alla tematica.

I risultati del questionario a partecipazione volontaria sono stati confermati dai dati delle misurazioni: altissimo il livello di attenzione allo spreco alimentare. Oltre il 60% degli studenti si sono impegnati a svuotare i vassoi al termine del pasto per agevolare le misurazioni dello spreco. Inoltre, l’87% dichiara che “Mai/Raramente” capita di non consumare il cibo ritirato.

Nella seconda fase il progetto è sottoposto a target differenti: l’obiettivo è quello di valutare se e quanto i risultati possano essere influenzati dalla propensione del singolo individuo o della categoria di individui.

Perchè abbiamo a cuore il tema dello spreco alimentare?

Dagli studi effettuati dalla FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) emerge che la quantità di cibo che finisce tra i rifiuti nei Paesi industrializzati è pari alla produzione alimentare disponibile nell’Africa subsahariana. La scarsa consapevolezza dell’entità degli sprechi prodotti da un consumatore medio, oltre che del loro impatto ambientale, economico e sociale, rende più complicato risolvere questa problematica ed è per questo motivo che Risto3 ha deciso di accrescere la consapevolezza dei propri utenti e della comunità locale attraverso progetti di sensibilizzazione.

1/3 di tutto il cibo prodotto per l’uomo viene perso o sprecato in ogni fase della filiera alimentare: dalla produzione al consumo finale. Stiamo parlando di una montagna di rifiuti alimentari: circa 1,3 miliardi di tonnellate all’anno; il peso di ben 8.600 navi da crociera. E il paradosso è che questa quantità di cibo cestinato basterebbe a sfamare tutte le persone denutrite nel mondo. Tutto ciò è eticamente ingiusto e inaccettabile.

Anche se i rifiuti generati dai servizi alimentari sono una frazione relativamente piccola del cibo totale buttato (3-4% dei rifiuti generati lungo il cibo catena, secondo alcuni studi), è anche uno dei rifiuti più costosi, dal momento che accade alla fine della catena alimentare. Insieme al cibo in un piatto preparato che viene buttato, infatti, sprechiamo anche tutto il lavoro, le risorse, e l’energia utilizzata per la sua preparazione.

Questo progetto ha ricevuto un finanziamento dell'Unione Europea, 

HADEA.A – Health and Food A.2 – EU4Health/SMP grant 101112123 — FOR-