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- 06 mar 2025

RUBRICA Freeze the Future: Basse temperature dal Basso Medioevo

Dal Medioevo ad oggi, i ghiacciai hanno vissuto fasi di espansione e regressione. Ma quali sono fattori che accelerano la loro fusione?

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In glaciologia, il termine ablazione è utilizzato per definire la rimozione di ghiaccio o neve dalla superficie di un ghiacciaio. Questo fenomeno avviene prevalentemente sotto forma di fusione causata dall'irraggiamento solare e produce una perdita di massa che determina una diminuzione dello spessore del ghiacciaio.

Quando i bilanci di massa sono negativi (ossia quando le nevicate invernali non riescono a compensare il ghiaccio perso durante l’estate), i processi di ablazione danno origine all’arretramento delle fronti glaciali.

Tra i diversi fenomeni che contribuiscono alla fusione del ghiaccio ci sono i depositi di polvere sahariana.

Ogni tanto capita di trovare la nostra automobile e le finestre ricoperte da un sottile velo di polvere desertica. Questo materiale raggiunge anche i ghiacciai, depositandosi in strati che spesso sono ben visibili. Se in ambiente domestico la polvere del deserto ci costringe a pulizie di vetri e lavaggio dell’auto più frequenti, qual è l’effetto sui ghiacciai?

Gli strati di polvere, che si alternano e mischiano alla neve che si compatta, hanno un effetto negativo sui ghiacciai, accelerando la fusione già in atto. La neve bianca, appena deposta, riflette in maniera molto efficace la radiazione solare, mentre i corpi più scuri tendono ad assorbirla maggiormente andando a scaldarsi di più. Questo effetto prende il nome di albedo, ed è il motivo per cui la luce del sole ci acceca sulla neve, molto più di quanto non accada su un prato o su un terreno di colore scuro. Per lo stesso motivo, la neve colorata dalla polvere del deserto si riscalda molto più della neve candida e fonde molto più velocemente, contribuendo al ritiro dei ghiacciai.

La Piccola Età Glaciale

La Piccola Età Glaciale (PEG) è un capitolo significativo nella storia climatica delle Alpi, occupa il periodo che si estende dal XIV secolo alla metà del XIX secolo. Questo intervallo temporale segna la fine del cosiddetto Periodo Caldo Medievale e l’inizio di una fase di raffreddamento che ha avuto un impatto profondo sull’ambiente montano e sulle sue dinamiche glaciali.

Durante la PEG, la temperatura media registrò un abbassamento significativo, che favorì l'espansione dei ghiacciai alpini, raggiungendo la massima estensione degli ultimi diecimila anni e portando a un’espansione che copriva vaste aree di valle.

Verso la metà del XIX secolo, con l’arrivo di condizioni climatiche più miti, i ghiacciai alpini iniziarono a ritirarsi, segnando la fine della PEG e l'inizio di un lungo periodo di regresso che continua tutt’ora.

Il ritiro dei ghiacciai è un fenomeno che è andato intensificandosi con il passare dei decenni: questo processo, iniziato in maniera graduale, ha subito una notevole accelerazione negli ultimi decenni.

Credito foto: Commissione Glaciologica SAT